Il buon vecchio “pane bianco” (o pane comune come lo chiamavano le nostre nonne), realizzato con un impasto semplice a base di farina di grano tenero, lievito di birra e malto d’orzo. Un impasto versatile che si presta alla realizzazione di numerosi formati, ciascuno con la propria cottura e doratura: il francese croccante (adatto a panini con cotoletta, maionese e insalata), la ciabatta morbida, il poliedrico bocconcino (dalla forma neutra e dalle dimensioni discrete, gradevole da vedere su una tavola imbandita), la tartaruga (amata dai bambini) , il morbidone (adatto alla realizzazione di panini da scaldare in piastra). Il lavorato all’olio, realizzato esclusivamente con olio EVO di provenienza italiana o greca. Un impasto tenace che si trasforma in svariate forme di pane, ciascuna ugualmente dorata e luminosa. Ogni giorno potete trovare la coppia ferrarese (o cornino che dir si voglia), una forma che affonda le sue radici nelle campagne dell’omonima provincia, dove veniva prodotto dalle massaie utilizzando il lievito madre “di famiglia” ma che viene apprezzato anche fuori dal territorio di origine, un pane laborioso, ma indubbiamente gustoso per l’inzuppo nel latte o semplicemente ad uso grissino; le paste dure di due formati, le scenografiche rose del deserto, i maltagliati e i coccodrilli, “panoni” dalle dimensioni importanti che ben si prestano ad essere affettati e conservati per diversi giorni senza che il sapore e la consistenza ne risentano.